Seconda Pelle

In questa sequenza di immagini l’autrice mette in relazione pittura e fotografia giocando sul dialogo tra realtà e finzione pittorica.

Il corpo, scomposto in frammenti dipinti che emergono da un’intima oscurità, ci viene restituito nuovamente ri-composto attraverso l’immagine fotografica.

Il soggetto “indossa” i quadri precedentemente dipinti dall’autrice come fossero maschere, celando la propria identità ed allo stesso tempo dichiarandola attraverso il corpo dipinto nella sua nudità.

Tramite l’epidermica superficie corporea vengono sondate le paure dell’esporsi, l’ambiguità delle apparenze, la cupa egocentrica morbosità rivolta al corpo, mentre una stimolata immaginazione permette alle zone d’ombra di rivelare più di quel che celano. Al sicuro, nascosta dal dipinto, la figura e la sua misteriosa essenza si scoprono più nude che mai.

“Dal teatro ho imparato che le maschere non nascondono, bensì amplificano il nostro essere” e questo lavoro ne è una esplicita dimostrazione.

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